Morsi e dintorni

La IX edizione di MORSI 2023 è qualcosa di più di una semplice rassegna, almeno rispetto ai canoni a cui siamo abituati: oltre a valorizzare la creatività personale dei giovani artisti - che siano ancora studenti o già diplomati della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi - e a celebrare le partnership istituzionali della Scuola, stiamo realizzando uno sconfinamento, che non avevamo mai fatto prima, uno sconfinamento non solo interdisciplinare, ma anche interistituzionale, temporale e geografico.

Milano è una metropoli culturalmente fertile, e l'autunno è un periodo dell'anno, in cui la nostra amata città si riempie di eventi, festival, partenze delle stagioni e iniziative artistiche e culturali imperdibili, che vedono coinvolti nostri studenti, diplomati, docenti e partner di vecchia e nuova data.
Noi della Grassi e anche i nostri partner ci stiamo chiedendo negli ultimi anni: è davvero necessario farci concorrenza a vicenda e promuovere unicamente i "nostri orti"? Oppure si può andare oltre, visto che le nostre motivazioni sono le stesse - ossia valorizzare l'arte e la cultura, rendendole accessibili ai cittadini?
Ecco, quest'anno lo facciamo!

Partiamo dunque da MORSI 2023: troverete nel programma della nostra storica rassegna gli spettacoli di danza, di prosa e progetti multidisciplinari prodotti dalla Paolo Grassi in collaborazione con partner Milanesi, Regionali, Nazionali ed Internazionali - AIEP, CLAPS, Teatro Miela di Trieste, e i partner internazionali - KoresponDance di Žďár nad Sázavou (Repubblica Ceca), quest’ultimo rappresenta anche il nostro progetto BeInternational che stiamo portando avanti assieme ad altre 12 realtà nazionali ed internazionali.

Contemporaneamente, incastonati nel programma di Morsi, ci saranno anche degli incroci e incontri con altri festival e rassegne - Ricordare il Futuro al Teatro Elfo Puccini, Crescendo in Musica in collaborazione con l'Orchestra Sinfonica di Milano presso l’Auditorium, Danae Festival alla Fabbrica del Vapore – le date degli spettacoli sono organizzati per ridurre al minimo le sovrapposizioni.
Ci sono proposte per tutte le età e per tutti i gusti.
E quindi? Apriamo la mappa della città, l'agenda e il programma di MORSI 2023 e cominciamo a segnare gli orari e gli itinerari per gli appuntamenti con le inedite creazioni dei giovani artisti!

Tatiana Olear
Direttrice della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

MORSI 2023: danza e prosa, il talento e la ricerca

“Un, due, tre, stella”, dicevano, giocando anche i danzatori di Pina Bausch nel magnifico Nelken, la pièce con i garofani.
Ebbene, quest’anno anche Morsi ha fatto “stella”, lasciandosi indietro i pur interessanti ricordi del passato, e puntando su di una varietà linguistica, formale, informale e di ricerca forse mai così spiccata come sarà in quest’autunno 2023. La durata della vetrina spettacolare alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi si allunga: dal secondo fine settimana di ottobre al terzo di novembre. I suoi talenti attuali e del futuro e quelli esterni e da scoprire si muoveranno in spazi mai abitati prima, o dimenticati, come l’atrio d’ingresso della Scuola stessa, palcoscenico di due performance degli “En Avant”- l’alieno e ridanciano/meccanico Ai Like di Claudio Gattulli e il volutamente impacciato, e alla fine disfattista Delicate di Veronica Messinese, entrambe ascrivibili all’ex-terzo Corso Danza Contemporanea (AFAM). Con le loro variegate mappe linguistiche e gli interstizi inaspettati, ci si può attendere dagli altri tre progetti del primo gruppo a essersi fieramente laureato nel luglio scorso, un assaggio di contemporaneità non prevedibile, non didascalico, non narrativo, calato nel nostro tempo difficile, tormentato, eppure con compostezza e fisicità.
Parliamo di In the Place, The Space di e con Mariangela Di Santo e Carmine Dipace, di TO BE OH di Elena Della Manna e Carla Andolina ispirato al Die Hamletmaschine di Heiner Müller e dell’empatico, quasi infantil-amoroso Nutshell di e con Chiara Carducci e Giacomo Graziosi. In Sala Teatro pure i tre eventi creativi del futuro Corso “performativo, coreografico, teatrale” che nel 2024 terminerà il suo cammino alla ”Paolo Grassi” offrono sguardi dislessici: Indomito di Eleonora Strobino rimanda quasi con foga a certo linguaggio “à la Martha Graham”. Kintsugi di Mirko Donsanto si avvale del titolo giapponese che significa “riparare con l’oro”. Non è solo un’antica pratica e tecnica giapponese per saldare cocci di ceramica andati in frantumi: è anche metafora della psicoanalisi. Infine Struggle di Francesco Valli, mostra i muscoli degli interpreti, la loro velocità, il gesto impaziente, lungo, tagliente e le corse a perdifiato.

Si passa al teatro con Afànisi (dal greco aphanisis ,scomparsa) della Compagnia Ctrl+Alt+Canc, guidata da Alessandro Paschitto, diploma AFAM al Corso Regia nel 2021 (già vincitore del bando L'Italia dei Visionari 2023 a “Kilowatt Festival”, e tra tanti concorsi anche del bando Intercettazioni/Trampolino/ Claps) e con Amazon Crime della Compagnia teatrale Peso Piuma. Così entra in scena la parola non necessariamente comprensibile ma lontana dalla danza che non si dice con le parole perché essa si dice di per sé. Un esempio? Nato dall’incontro di tre generazioni di studenti della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, l’ensemble Peso Piuma raggiunse in passato le finali del Premio Hystrio, vincendo la menzione In Scena! NY, e la mise en espace del testo negli USA. “Scrittura fresca, che trova nella costruzione dei dialoghi un ottimo ritmo e una tagliente ironia. Pur nella leggerezza, il testo affronta un tema scottante e molto dibattuto anche in America, quale le condizioni di lavoro nelle grandi aziende di e-commerce”(ovvero di elementi elettronici). Se un simile commento fosse stato scritto per una danza, l’avrebbe uccisa ancor prima dell’andata in scena…
Infatti alla Fabbrica del Vapore che si presterà ad accogliere in residenza l’esito del seminario del futuro Terzo Corso Danza Contemporanea con l’artista svizzera Yasmine Hugonnet, le parole aiutano poco a spiegare un processo di lavoro realizzato in collaborazione con Teatro delle Moire nell’ambito di “Danae Festival 2023”. La Hugonnet è coreografa interessante, la sua ricerca fugge il consenso del pubblico, cui certo tutti noi dobbiamo molto e vogliamo donare moltissimo, ma la sperimentazione contemporanea è proprietà degli artisti. Se qualcuno li segue e li ama è una conquista e non è mai passiva, anzi: impegna lo spettatore, lo tiene vivo, gli tende la mano in uno sforzo bellissimo di empatia e conoscenza possibilmente profonda (e non di dòxa, vedi Platone) perché necessaria.

Torniamo nella nostra Sala Teatro ma sentiamo il profumo del mare nella città di Trieste. Il suo Teatro Miela, oggi guidato dal regista Massimo Navone, già direttore della Paolo Grassi, ha reso possibile la messinscena di due pièce: il monologo Nome proprio: Giuseppe Zigaina della drammaturga Eliana Rotella con l’attrice Arianna Sain (diplomate alla Paolo Grassi rispettivamente nel 2021 e 2020) e Affetto di e con i drammaturghi/performer Elena Patacchini e Giuseppe Pipino (diplomatisi nel 2022). Nel progetto triestino Pasolini on the Road: Zigaina e Pasolini, è indagata l’amicizia tra due figure di riferimento del panorama culturale italiano del ‘900. Dopo la scomparsa del poeta, il pittore iniziò a studiare tutta l’opera scritta e non di Pasolini, cercando tracce per analizzare la sua morte attraverso ciò che rimase. Nasce da qui Hostia-Trilogia della morte di Pier Paolo Pasolini, un’opera a cui Zigaina dedicò per anni tutte le sue energie.

Abbandonata virtualmente Trieste si entra nel mese di novembre con BeInternational, il progetto della nostra docente di organizzazione teatrale che ha vinto per il secondo anno il bando Boarding Pass Plus del MiC ministeriale per l’internazionalizzazione dei giovani artisti e operatori. Si ritroveranno così e ancora una volta i partner italiani e stranieri per costruire una due-giorni intensa, dedicata all’incontro con gli studenti, alla presentazione delle proprie strutture e dei propri festival, al networking per un confronto sul presente e sul futuro di BeInternational stesso. Ci sarà pure una sorpresa. Il partner italiano Coorpi ha organizzato un focus sulla danza in video che prevederà un pomeriggio d’incontri e workshop dal vivo e online con esperti per approfondire uno degli elementi cardine di BeInternational, attento a fornire esperienze specifiche nell’ambito della creazione in site specific e della realizzazione di video di danza. Questo Focus on Dance Screen prevede un breve excursus storico e la sintesi dei vari aspetti tecnici sulla produzione di danza in video. Ma c’è di più: un workshop a cura della regista americana Alla Kogan e un breve intervento di Marisa Hayes sulla scena francese.
La visione di Cuma di Michele Ifigenia Colturi (diploma Danza Contemporanea 2020) con la sua pluripremiata Compagnia Tyche, diplomata con lo stesso titolo di studio e che si sta facendo valere su tutto il territorio nazionale e non solo, sarà il preludio di tre altre pièce del futuro terzo Corso Danza Contemporanea. Parliamo di :The Discovery (Eleonora Strobino), Owned (Francesco Romagnoli) e + 5/4 (Mirko Donsanto), create in residenza alla “KoresponDance” a Žďár nad Sázavou (Repubblica Ceca). In più ecco The Sofa ancora per Intercettazioni/Trampolino/Claps di e con Tommaso Cavalcanti (diploma coreutico rispettivamente 2020) e Tereza Moulisovà danzatrice della Repubblica Ceca che ha partecipato al progetto di BeInternational lo scorso anno e la drammaturga Giulia Cermelli 2021. Incontri, scambi, tra operatori e giovani artisti potranno dar luogo a nuove residenze e a inattese sorprese.
Dentro l’Italia si cresce solo se le scuole di Alta Formazione sono meritocratiche e severe, fuori dell’Italia con un bagaglio solido e rigoroso, ci si può far valere.

Marinella Guatterini
coordinatrice Corso Accademico Danza Contemporanea