Dialogare con il proprio talento (in presenza)

Contenuti

La sostanza di questo corso sarà rappresentata dall’apprendimento di tutti quegli elementi della “tecnica M. Čechov” che possano supportare un giovane artista sul palcoscenico, in particolare nel lavoro su scene e dialoghi.

Nelle sei mattine a disposizione i ragazzi giocheranno sia con testi improvvisati, sia con brevi scene a due o più personaggi, indicate dalla docente. In entrambe i casi il processo verrà interamente supportato dalla tecnica, ed in particolar modo si indagherà il meccanismo del “receiving and radiating” (ricevere ed irradiare), come supporto della relazione tra personaggi (ed ancor prima tra attori), esplorando la capacità più importante dello stare in scena: l’ascolto.

I giovani attori/attrici si cimenteranno in un allenamento psicofisico, ciò vuol dire che verrà ampiamente coinvolto il corpo, così come l’emotività. Si imparerà ad abitare e ricevere sensazioni ed emozioni e ad incorporare immagini, lasciandosi agire da esse.

Tutto questo processosarà svolto sempre mirando alla crescita artistica ed al benessere della persona.

Acquisizione di abilità specifiche

Si apprenderà che cos’è l’ascolto. E come ascoltare in modo attivo.

Si inizierà a comprendere come si sta in scena, lavorando sulla “presenza scenica” e sulla coscienza artistica (“individualità creativa”).

Si allenerà la capacità di lavorare in gruppo (“feeling of the whole”).

Ci si allenerà a tirare fuori il meglio di sé.

Si stabilirà una connessione con la capacità di sentire e di esprimere, in una forma artistica, ciò che si è sentito, seguendo gli impulsi fisici.

Risultati previsti

I giovani allievi saranno in grado di allenarsi per conto proprio per lo studio di un personaggio o semplicemente per "tenere viva" la propria parte artistica. Sarà ampliata la comprensione della propria psicologia (come ci si sente in base a ciò che si fa in sala) e di quella del personaggio. Si avrà un accesso "facilitato" alle emozioni, senza per questo farsene travolgere. Si imparerà a farle fluire, a non bloccarle, a giocare con esse come in una palestra del sentire.

Programma

• Risvegliare la parte di energia che abita il corpo, denominato: “corpo energetico” o “corpo vitale”.
• Essere in grado di veicolare questa energia in varie direzioni, che richiamino stati d’animo e sensazioni diverse e specifiche.
• Essere coscienti della natura psicofisica, così da traslare il movimento fisico e i “gesti psicologici” in altrettanti “movimenti interiori” a supporto di scene e personaggi.
• Abitare il processo di “receiving and radiating”.
• Avere maggiore coscienza del gruppo (“sentimento dell’intero”).
• Trovare una libertà ed autenticità nel gioco attoriale (“sentimento di facilita” e “sentimento di bellezza”).
• Sentirsi bene, pieni di energia e creatività.
• Porre le basi del lavoro dell’attore/attrice.
• Allenare corpo, mente e cuore (aspetto emotivo).

Chi era Michail Čechov

Nipote del drammaturgo Anton Čechov, Michail Čechov venne invitato a diventare un membro del primo studio del Teatro d’Arte di Mosca (MCHAT) diretto da Stanislavskij. Stanislavskil parla di Michail come del suo studente più brillante. Durante il regime dei soviet, Čechov fu costretto a lasciare la Russia al top della sua carriera. Il suo lavoro era troppo “sperimentale” per il gusto dei soviet. Lasciò dunque la Russia e viaggiò attraverso l'Europa per alcuni anni. Nel 1938 la minaccia della guerra lo costrinse a spostarsi di nuovo. Giunse così in America, dove divenne il coach delle stelle hollywoodiane, recitò in alcuni film e pubblicò suo libro: “To the Actor”. Chiamato professore, dal suo arrivo a Hollywood nel 1943, preceduto da grande fama, ebbe fra i suoi allievi Marilyn Monroe (dal 1951), Gregory Peck e Ingrid Bergman (che lavorarono con lui in "Io ti salverò", dove per altro interpreta un cameo lui stesso), Paul Newman, Gary Cooper, Robert Taylor, Yul Brynner, Anthony Quinn. Più recentemente la sua tecnica è stata essenziale inoltre per attori del calibro di Anthony Hopkins e Jack Nicholson.