EN AVANT!
Coordinamento | Marinella Guatterini
Assistente al coordinamento | Davide Montagna
Tutor dei progetti | Giorgio Azzone, Paola Bedoni, Paola Lattanzi, Micaela Sapienza,
Danzatori diplomati
Mirko Donsanto, Matteo Marongiu
Danzatori III Anno
Giorgia Atti, Elia Bucchieri, Maria Priscilla Cornacchia, Daria Golombiievska, Irene Lombardi, Marcello Malchiodi, Lorenzo Marchionni, Michela Marzucco, Alba Schirru, Giovanna Seccia, Margherita Silingardi
con la partecipazione di Dario Garella, Matteo Käppeli, Tommaso Panigoni del II anno Corso Danza Contemporanea
Luci | Paolo Latini, Simona Ornaghi
Costumi | Nunzia Lazzaro, Fabiola Soldano
Elementi scenici | Mattia Franco, Mikela Pelivani
Progetto fotografico | Denise Prandini
Coordinamento organizzativo | Camilla Gentilucci, Lorenzo Vannacci
venerdì 11 ottobre
Di sabbia e di terra
Coreografia e interpretazione | Maria Priscilla Cornacchia
con la partecipazione di Giorgia Atti e Alvise Gioli
Drammaturgia | Leonardo Ceccucci
Tutor | Paola Lattanzi
Durata: 10’
In luoghi trascurati e dimenticati, il ragno sceglie di creare la sua casa. È consapevole che questa dimora potrà essere distrutta da un momento all’altro, ma lo accetta. La figura del ragno è per me un emblema del nostro rapporto con il passato. La vita produce delle lacerazioni, degli affronti, che restano nel presente come cicatrici. In che modo noi esseri umani affrontiamo e accettiamo ciò che è stato?
Una creatura si sveglia. Sorge dalla terra, inizia a conoscere i propri sensi e, attraverso questi, il mondo.
Ma cosa succede se i fili che le permettono di muoversi diventano anche le catene che la bloccano?
La quarta mania
Coreografia | Mirko Donsanto
Interpreti | Dario Garella, Matteo Käppeli, Lorenzo Marchionni, Tommaso Panigoni
Dramaturg | Luca Cardetta
Tutor | Paola Bedoni
Durata: 13'
Esaltazione e razionalità; impudenza e ritegno; darsi e ritrarsi. Ma anche: perfezione e fallibilità; grande e piccolo; ideale e reale. La quarta mania è un lavoro sulle dicotomie che ci caratterizzano in quanto esseri umani.
Prendendo spunto dal Fedro platonico, il lavoro trova nelle geometrie spaziali, nelle alternanze ritmiche, nei contrasti temporali i propri elementi fondanti. Frutto di un'attenta ricerca filologica sul testo, essi costituiscono il collante che unisce la tradizione filosofica greca con il corpo contemporaneo.
Icarus
Coreografia e interpretazione | Marcello Malchiodi
Tutor| Paola Bedoni
Dramaturg | Luca Cardetta
Durata: 11’
206.
206 sono le ossa presenti all’interno di uno scheletro umano. Scheletro che può essere visto come supporto, o come gabbia.
Icarus è un progetto che nasce dalla necessità del performer di indagare il significato della sindrome omonima al mito greco attraverso la scoperta del proprio scheletro, delle possibilità e limiti che possiede, provando a sopravvivere in un mondo veloce ed esigente. Come Icaro è incapace di apprezzare le cose che ha, il performer non riesce a trovare pace con il proprio corpo e cerca di cambiarlo radicalmente, a tal punto da lottare contro di esso come un essere estraneo a sé.
Grazie ad una ricerca sul “difetto”, le ossa del performer sono il motore della sua performance, studiandone sia la capacità di muoversi che la forma che possono assumere nello spazio che si crea. A seguito di un interesse verso l’iconografia del mito greco si ha un tentativo di far coesistere una plasticità minuziosa e quasi pittoresca con una realtà cruda e inconfondibile.
Studio Per Un Concerto
Coreografia e interpretazione | Matteo Marongiu
Tutor | Micaela Sapienza
Musica eseguita dal vivo da Santiago Malverde
Durata 20’
Si tratta di una piccola danza. Un danzatore, fermo sul posto, sviluppa dei brevissimi loop di movimento che attraversano la sua anatomia, si ripetono instancabilmente e lentamente si modificano per riversarsi gli uni sugli altri.
Il pubblico è invitato a perdersi nell’osservazione di un corpo assieme frenetico ma immobile. In questa osservazione, tutte le sensazioni fisiche o metafisiche provate contribuiscono alla danza.
Shooting della serata di Denise Prandini
domenica 13 ottobre
Umbra
Coreografia e interpretazione | Marcello Malchiodi, Elia Bucchieri
Tutor | Giorgio Azzone
Dramaturg | Leonardo Ceccucci
Musica dal vivo eseguita da Andrea David
Durata 11’
È possibile che un soggetto sia l’ombra di un altro? Sentire ciò che l’altro sta vivendo è una questione di anatomia o di volontà? Umbra è un progetto che nasce dalla necessità di indagare il funzionamento dei neuroni specchio trasformandolo nel meccanismo alla base del processo creativo.
Quando siamo ad occhi chiusi, le nostre onde cerebrali hanno una frequenza bassa. Quando apriamo gli occhi, la frequenza aumenta. Ma quando vediamo un’altra persona compiere un’azione, il cervello ha un picco di attività, tanto da spingere a volte il corpo a ripetere la stessa azione. Che tipo di relazione può nascere tra due esseri?
Riemersi
Coreografia | Darina Golombiievska
Assistente alla coreografia | Miriam Maso
Performer | Giorgia Atti, Elia Bucchieri, Darina Golombiievska
Tutor | Paola Lattanzi
Dramaturg | Veronica Negrini
Drammaturgia | Darina Golombiievska
Voce |Giorgia Zatti, Gabriele Martini
Aiuto costumista | John Albert Vidal
Musica | Marco Indiviglia
Durata: 25’
Cosa significa ricominciare dopo una perdita? È possibile rimettere assieme parti conflittuali dentro di noi, credendo in una rinascita o in un’accettazione? Il progetto Riemersi si sviluppa in diverse fasi, seguendo i processi di accettazione della perdita tramite due entità. Queste parti son mosse dall’incapacità di darsi una spiegazione e ritrovare un equilibrio in ciò che le circonda. Il dolore, però, non permette loro di trovare una risposta razionale. Che colpa hanno le parti prese in causa? Hanno mai avuto la possibilità di cambiare le cose o di fare in modo che non accadessero? È possibile accettare una fine che non sia immobile?
Atto Ribelle di Un Corpo Idiota
Coreografia e interpretazione | Irene Lombardi, Michela Marzucco e Margherita Silingardi
Tutor | Paola Lattanzi
Drammaturgia | Veronica Negrini
Durata: 15’
Atto Ribelle di Un Corpo Idiota esplora il concetto di conformità e di ciò che può essere considerato fuori dagli schemi. La performance è un invito a giocare a immaginare una via di fuga dalla prigione dei canoni culturalmente imposti, che ci obbligano a costruirci identità accattivanti e ubbidienti. È possibile scomporsi come pezzi di un puzzle per poi riunirsi in forme nuove? Verso un orizzonte alieno e senza rimpianti!