Nota di regia
È possibile rimettere in ordine i pezzi di una mente esplosa? Harry è un viaggio che porterà Me, madre e militare vittima del disturbo post-traumatico da stress, a lottare contro il proprio trauma. A lottare contro la paura di aver lasciato in dote al proprio figlio un’eredità fatta di guerra e di violenza.
Lo spazio della sua mente è organizzato come un accampamento, come un campo di battaglia in cui non si combatte contro dei nemici fisici ma contro se stessi e i propri ricordi. Ci si trova in un luogo in cui la vita privata e quella militare non riescono più a rimanere divise ma si mescolano pericolosamente. In questo contesto si muovono due attori che, come le sinapsi del cervello, attivano via via i ricordi della vita della donna. Il trauma invade costantemente questo spazio e diventa una presenza musicale che agita la mente della protagonista.
La guerra viene vista attraverso gli occhi di un’esperienza individuale che, in conflitto con la lontananza, con l’eredità e con la cura, diventa il terreno per un’interrogazione collettiva.
Giorgio Pesenti
Nota dell'autore
Harry è una storia sul “guardare indietro”. E’ difficile dire esattamente da dove sia partita, ma ricordo che quando ho concepito per la prima volta la trama c’era una repressione da parte della polizia a Minneapolis, Minnesota. Il fatto che io avessi notato quell’incidente come “news”, mi ha fatto pensare alla mia responsabilità nei confronti delle guerre distanti da me.
Spesso mi ritrovo a pensare al fatto che questi eventi abbiano avuto inizio perché le mie scelte sono dissolte in quella che chiamiamo “vita quotidiana”; tuttavia, così può sembrare che io ne sia estremamente al corrente. Non ho ancora smesso di “guardare indietro”, e sto ancora riflettendo. Continuare a pensarci potrebbe essere una condizione universale per molte persone e penso che questa storia mi sia venuta in mente nella speranza che più persone possibile meditino su questo tema insieme.
Il motivo per cui il dramma non è ambientato in Corea è che la parola “Harry” sarebbe stata intesa col significato in coreano, mentre in un paese anglofono come gli Stati Uniti si riesce a creare un’omonimia tra il nome proprio e le nozioni che si porta dietro. Questo perché, in Corea, la parola “Harry” può essere intesa in diversi modi: il nome del personaggio principale nella serie fantasy “Harry Potter”, amnesia dissociativa come termine diagnostico e dissociazione come termine chimico. Inoltre, gli Stati Uniti si sono rivelati una scelta semplice in quanto frequentemente coinvolti nei diversi conflitti del mondo.
Seong-hyeon Jeon
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Crediti
Testo | Seong-hyeon Jeon
Regia | Giorgio Pesenti
Traduzione | Cecily Kwon e Andrea Paciotto
Con | Lorenzo Giovannetti, Leonardo Moroni, Giulia Rossoni
Percussioni | Davide Broggini
Musiche | Sebastiano Ratti
Sound design | Lynn Park , Doyoung Lim
Scene e costumi | Martina Criconia, Chiara Doniselli, Sofia Marani, Martina Villa
si ringrazia Linqing Yang per la collaborazione alla costruzione delle scene
Ingresso gratuito - prenotazione obbligatoria
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Lo spettacolo ha ogni giorno doppia replica con orari diversi fai attenzione alla data e all'orario esatto di spettacolo