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Lo spazio scenico

Visione didattica a cura di Fabio Cherstich con il primo anno Autore e Regia Teatrale

Prove di occupazione e valutazione dello spazio in funzione della creazione artistica

Nove contributi video di Autori e Registi per la visione didattica (in remoto) condotta da Fabio Cherstich a fine gennaio 2021

Autori e Autrici

Gianluca Bonzani
Plastic Tenderness

Plastic Tenderness nasce dallo studio sull'utilizzo dei teli di plastica protettiva da imbianchino nello spazio scenico. Il telo, fissato al pavimento, viene utilizzato dai performer per creare trasparenze e ombre. Dopo il risveglio da un lungo sonno, i due performer arrivano a scoprire la presenza dell’altro e, insieme, a fuggire dalla prigione plastica.

Gianluca Madaschi
Nient’altro

La performance è ispirata all’opera My Bed di Tracey Emin, al senso di solitudine e reiterazione di una quotidianità soffocante, accentuato dal periodo di lockdown. Le parole sono tratte da Amleto, dall’elemento di sopportazione presente nell’esistenza umana che viene affrontato nel soliloquio “Essere o non essere”. La scena mira a creare un’atmosfera di trascuratezza e disordine: all’angolo della stanza c’è un materasso spoglio affiancato da un tappeto polveroso e, sparse lungo il tappeto, bottiglie vuote di alcolici, peluche, posacenere e fogli di appunti accartocciati. Il performer è disteso nel letto, coperto da una giacca che utilizza come coperta. Il cuscino su cui il performer poggia la testa è collegato – tramite una lunga corda – alla vita, e si rivela essere come una palla di piombo che un carcerato è condannato a trascinare.

Chiara Muraro
Che cosa ricordo?
Installazione fotografica sul tema dell’eerie. Si invita lo spettatore a ricostruire il passato della creatrice, utilizzando i 30 scatti e i diversi oggetti sul tavolo, prendendo atto dell’impossibilità di comprendere fino in fondo cosa sia avvenuto.

Alessandro Petrillo
A-B-C-D.P.C.M.

A-B-C-D.P.C.M. è un’installazione dall’intento provocatorio che ripropone i fatti di cronaca del 2020 e gli effetti collaterali della gestione della pandemia da covid-19 come attrazioni di un parco giochi: se gli adulti non sono in grado di contrastare i danni (in particolar modo quelli psicologici) dovuti alla pandemia, forse possono imparare da semplici giochi d’infanzia come la campana o il tiro alla fune. L’installazione non nasce interattiva, tuttavia la partecipazione del pubblico nei giochi aumenta l’effetto straniante.

Veronica Tinnirello
Appuntamento alla finestra

Fuori è buio. Un sagomatore posizionato alla finestra della stanza dove il pubblico assiste alla performance punta la luce sulla quinta finestra a partire da sinistra del palazzo di fronte. Il pubblico seduto è quindi invitato a guardare la finestra che è stata illuminata. Una traccia audio di 3 minuti e 46 secondi fa sentire il racconto di una donna che abita dietro quella finestra. In tempo di pandemia e isolamento questo lavoro tratta della solitudine e dell’importanza dell’incontro con lo sguardo dell’altro.

Qui di seguito brevi estratti video esempi del lavoro degli autori dedicato allo spazio scenico

Regista e Registe

Massimo Marani
Etciù. Tableau in 3 tempi per sala affollata
Molti definiscono la pandemia “una guerra”. Si parla di “trincee”, di “prima linea”, di “coprifuoco”. Pochi giorni fa, il numero di morti negli USA ha superato quello dei caduti nella WWII. Ma il Covid non è il solito nemico: non ha un corpo a cui sparare, non ha un suono da cui scappare, non usa proiettili e carri armati. È un killer invisibile, silenzioso, che si spande a macchia d’olio facendo crollare gli uomini uno dopo l’altro, come tessere di domino. E, in questa guerra, un banale starnuto è come una bomba.

Rachele Pesce
Eyes without a face
Descrizione: La scena, scritta durante il lockdown iniziato a marzo 2020, tratta di un amore finito a causa di un tradimento. Ispirandomi al titolo di una canzone di Billy Idol, che dà appunto nome al progetto, ho voluto portare all’estremo questi “occhi senza faccia” creando un vero e proprio personaggio, il cui interprete, però, non è un attore.

Caterina Piotti
Zona bianca

La performance prevede un telo di plastica semitrasparente illuminato da una luce rossa retrostante e posizionato come un grande schermo davanti allo spettatore. Una performer entra in scena dietro al telo, vestita di bianco, con una mascherina rossa, uno spruzzino e uno straccio. Mentre la performer pulisce il telo, la luce rossa cambia gradualmente colore da arancio a gialla a bianca. La performer esce di scena e cala il buio.

Arianna Sorci
La fisarmonica

Descrizione: Buio. Un performer, seduto su una sedia, manovra la fisarmonica, aprendola e chiudendola, per simulare un respiro umano. Il pubblico entra, si accomoda, e si accende la luce che illumina il performer. Il movimento prosegue, accelerando, fino a cessare definitivamente con la chiusura della fisarmonica. Il performer rimane seduto, guardando dritto davanti a sé e dice: “Prima della morte, c’è stata la vita”; dopo un attimo di sospensione, si sente la musica di un valzer per fisarmonica. Quattro coppie di performer (uomo e donna) entrano una ad una e iniziano a ballare il valzer guidati dalla voce di uno dei ballerini che conta il tempo della musica. La scena del valzer dura in tutto circa 2 minuti; in seguito, le coppie escono, sempre una alla volta, continuando a ballare. Uscita l’ultima coppia, il performer con la fisarmonica si alza lentamente, in contrasto col ritmo incalzante della musica, e, guardando dritto di fronte a sé, si avvia verso l’uscita. La musica continua sulla scena vuota, buio. Fine (Materiali: Una sedia, una fisarmonica, un microfono con asta.)

Qui di seguito brevi contributi video esempi del lavoro dei registi dedicato allo spazio scenico