Crediti
La Pum da Per
Testo Veronica Negrini
Regia Alessio Boccuni
Con Tommaso Allione, Pietro Moser, Giorgia Zatti
Performer Leo Ciaffardoni, Giulia Ciannarella, Emanuele Rao, Giada Romanò, Antonella Sciotti, Rocco Tarantino
Comunicazione e promozione
Tommaso Burger, Anna Violi
Scenografia, costumi e realizzazione
Chiara Albertazzi, Aurora Bennici, Beatrice Lorenzon, Jiayu Zhou
Realizzazione del mock-up per il cibo in scena
Lucrezia Miriam, Carolina Caramelli, Rebecca Castiglioni, Sara Castrogiovanni, Ludovica, Dana Michaela Karageorgieva, Andrea Merisio, Andrea Pettinà, Eleonora Pinna, Elena Pirrone, Eleonora Pozzi
Musiche
Omar Gioglio, Jacobo Serrano
Note al testo - Veronica Negrini
Nella cucina di un ristorante ogni piatto è il risultato di un lavoro condiviso. Nessuno crea da solo. Esiste una gerarchia, ma anche una collaborazione costante tra tutti i membri della brigata.
La Pum da Per è un testo ambientato in un ristorante gourmet nella periferia di Milano, che riflette sul tema dell’autorialità e della collaborazione.
Quando lo chef fondatore del ristorante La Pum da Per - Gourmet muore, chi resta deve decidere se proteggere la sua eredità o metterla in discussione. Intorno ai protagonisti le certezze iniziano a vacillare quando nella stessa via del ristorante apre un museo. L’inaugurazione del museo viene fatta con un’insolita mostra che sfida l’idea di autorialità: le opere esposte sono infatti il risultato di una collaborazione con un fungo.
In cucina qualcosa si incrina. I protagonisti devono scegliere se restare legati al passato o accogliere nuove possibilità. La tensione tra continuità e trasformazione attraverserà tutto il testo.
Il processo con cui La Pum da Per è stato scritto riflette le stesse domande che i personaggi si pongono: Cosa vuol dire davvero creare? Fino a che punto ci si può definire autore quando il risultato è frutto di una costruzione collettiva?
Note di regia - Alessio Boccuni
La regia affronta il processo di trasformazione vissuto dal ristorante La Pum da Per, che sotto la guida dello Chef Guido affondava salde radici nella tradizione. L’ingresso di Luca, nuova figura al timone, segna l’inizio di un percorso verso l’innovazione, attraversato da dubbi, timori ed esitazioni. Il giovane Chef si affaccia al mondo del lavoro alla ricerca del proprio gusto e di una voce artistica capace di rinnovare l’eredità ricevuta, ridefinendo un linguaggio che sappia dialogare con il presente.
Cucina e teatro, pur appartenendo a universi differenti, condividono dinamiche profonde: la frenesia del lavoro, la dedizione artigianale, l’organizzazione gerarchica — da sempre dominata da una forte impronta maschile, oggi finalmente oggetto di un necessario ripensamento critico. In questo contesto, la scena diventa uno spazio di confronto e trasformazione, dove l’individuo è chiamato a definirsi, a scegliere, a crescere. È qui che prende forma una cifra stilistica personale, nel momento stesso in cui si assume la responsabilità delle proprie decisioni e del ruolo di guida di una brigata — sia essa teatrale o culinaria.
Il processo creativo si fonda su un dialogo costante tra l’autrice e le nuove tecnologie, strumenti attivi in ogni fase dell’analisi e della costruzione scenica. Questa relazione si riflette anche nel lavoro con i danzatori, che incarnano la brigata di cucina: corpi vivi, specchio dello stato emotivo del ristorante durante la sua evoluzione. Il gesto coreografico, inizialmente ancorato a una grammatica tradizionale, si frantuma e si rielabora, segnando il passaggio verso una nuova identità. Ogni movimento racconta una tappa della trasformazione.
Tale processo scenico sostiene anche le tematiche sociali emergenti dal testo, come la riflessione sulle differenze di genere nel contesto professionale: un cambiamento ancora lento, ma necessario, che richiede consapevolezza e apertura. Anche in questo ambito, l’intervento registico si fa occasione di riflessione sul mestiere, sull’identità professionale e sul fragile equilibrio tra autorità, collaborazione e affermazione di sé — in un dialogo costante con le esigenze del presente. I personaggi di questo testo, profondamente umani, si muovono in uno spazio iperrealista dall’allure chirurgico, dove ogni gesto è osservato come sotto il vetrino di un microscopio. Attraversano sei servizi di lavoro in cui esplodono conflitti interiori che li mettono alla prova, costringendoli a trovare, nel minor tempo possibile, la soluzione migliore da adottare.
Info e prenotazioni
Allievi Fondazione Milano | Accademia di Brera
biglietto singolo ridotto a 4,00€ (potrà essere richiesto di mostrare la tessera di iscrizione o badge)
abbonamento a 6 titoli a 12,00€ da prenotare e/o acquistare tramite la biglietteria online del Teatro Elfo Puccini
Docenti Fondazione Milano | Accademia di Brera
biglietto singolo ridotto a 4,00€ (potrà essere richiesto di mostrare la tessera di iscrizione o badge)
Alumni e Lista Fondazione Milano
biglietto ordinario al costo di 10,00€ per replica