Findings

FINDINGS - Metropolis 2017

Microdramma inserito nel progetto TERE PROMESSE _ Metropolis 2017

Progetto artistico internazionale della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

23- 29 ottobre 2017

direzione artistica di Giampiero Solari

testo di Veronika Burgerová, Virginia Landi

traduzione di Luboslava Lihositova

regia di Virginia Landi

con Giulia Maulucci, Antonio Valentino

percussioni Ibrahim Bakayoko, Diawara Sambou

scene e costumi Lara Vailati

Note dell’autore

Quattro oggetti, attraverso quattro monologhi, raccontano il viaggio di un uomo dall’Africa verso l’Europa e descrivono il lavoro di una dottoressa che cerca di identificare i corpi di uomini e donne senza nome annegati nel Mar Mediterraneo. Gli oggetti parlano della persona che li possiede e di cosa possono osservare dal loro punto di vista.

I mezzi di informazione rappresentano il fenomeno dell’immigrazione attraverso una sequenza infinita di cifre e numeri, rendendo le persone che emigrano dai loro paesi elementi anonimi, tanto lontani da noi da non poterli considerare esseri umani. Nel testo sono gli oggetti stessi a ribellarsi davanti a questa tendenza e a parlare al posto di chi conta meno di oggetti inanimati.

Note di regia

Come si può restituire un’identità ai migranti, uomini e donne emarginati, rendendoli visibili agli occhi della nostra società? Findings mette in luce il dramma dei migranti senza nome, morti annegati cercando di raggiungere l’Europa. Lo spettacolo si ispira al lavoro di un noto medico legale milanese, Cristina Cattaneo, che negli ultimi anni si è impegnata nell’identificazione dei corpi ritrovati nel Mar Mediterraneo. In scena 4 oggetti racconteranno due storie intrecciate quella di un migrante in viaggio e di una dottoressa impegnata in un’autopsia. Gli oggetti parlanti sono l’unica memoria rimasta dell’uomo, l’unico modo per indagare la sua identità ignota.

Findings parla di memoria, oblio e identità: solo restituendo un nome e una dignità a chi è stato dimenticato possiamo provare a comprendere un fenomeno che preferiamo ignorare.