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CARTOGRAFIE DI CONFINE

un progetto condiviso della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e della Fondazione Casa della Carità “A. Abriani”

con la partecipazione del Corso Regia e Corso Scrittura per lo Spettacolo III anno e degli operatori e dei volontari della Fondazione Casa della Carità “A. Abriani”
Un percorso didattico immersivo e partecipato di lungo corso dedicato al teatro nel sociale e nello spazio pubblico
settembre 2025 - aprile 2026

prima settimana dal 15 al 20 settembre 2025
Casa della Carità "A.Abriani"
Via Francesco Brambilla, 10, 20128 Milano MI

Crediti

Progetto ideato e coordinato da Alberto Pluda, Serena Pagani, Paolo Giorgio
consulenza scientifica di Lorenzo Mosca
organizzazione Camilla Gentilucci
con
Giorgia Azzellini, Giacomo Diegoli, Clémence Jourdan Delmonte, Sara Mino, Pasquale Renella
(III Corso Regia)
Giacomo Fava, Santiago Medioli, Leonardo Ravioli, Pietro Ruggero Sanclemente, Annalisa Scopinich (III Corso Scrittura per lo Spettacolo)

Prima settimana - 15 > 20 settembre

Per una settimana gli allievi del III corso di Regia e del III corso di Scrittura per lo Spettacolo della Scuola Paolo Grassi si immergeranno negli spazi e nella vita quotidiana della Casa della Carità “A. Abriani”. Saranno osservatori partecipanti dei diversi servizi che ruotano intorno a questo edificio e alla comunità che lo fa esistere ogni giorno, sia quelli interni, sia quelli esterni, che entrano nel tessuto urbano della città. La raccolta dei vestiti usati, il supporto psicologico alle persone in difficoltà, l’intervento sulle emergenze abitative, il servizio di docce pubbliche, il lavoro sugli adolescenti, i laboratori artistici e teatrali dedicati alle differenti fragilità. Un mondo ricco di umanità e spesso di sofferenza, che scorre accanto alla vita di tutti i giorni, spesso condannato a una forma di invisibilità.

La domanda che guida questa esplorazione è semplice: che cosa significa accogliere l’altro? (E immediatamente, di rimando, che cosa fa dell’altro un altro da noi?)

Gli allievi raccoglieranno esperienza e conoscenza attraverso la presenza fisica, lo sguardo e ore di interviste agli operatori e ai volontari che ogni giorno rendono possibile l’esistenza di un luogo come questo. Nello specchio del loro lavoro si riflette la nostra società e la nostra posizione verso la fragilità.

Questa settimana di lavoro è soltanto il punto di partenza di un progetto articolato che vuole riflettere sull’accoglienza parlando soprattutto di chi accoglie, di noi. Ad aprile 2026 questo materiale esploderà in due giorni di apertura delle Casa alla città, per uno spettacolo immersivo che vuole essere soprattutto uno spazio aperto di incontro.

Diario di lavoro #1 Step (2° e 3° giorno)

Continua l'immersione degli allievi registi e autori nel mondo dell'accoglienza, ospiti degli spazi della Casa della Carità "A.Abriani".
Il secondo giorno è sembrato durare un attimo, travolti dalle storie degli operatori che seguono i diversi servizi. Le pareti della Casa hanno cominciato a raccontare, un universo di parole che schiudono mondi. Gli allievi hanno avuto accesso a un fiume di vita che scorre accanto alle nostre, anche se spesso non ci capita di farci caso.
Il terzo giorno ha allargato l'immersione alla città, alla scoperta dei servizi esterni. Si sono aperte le porte del Centro di Riabilitazione Psicosociale "Proviamoci assieme", del Centro di Ospitalità Temporanea di via Novara, del centro di ospitalità per minori non accompagnati Casa Francesco. Altri universi di vita e lavoro che si sono dischiusi e raccontati generosamente, aggiungendo nuovi tasselli a una ricerca che diventa ogni giorno più preziosa.

Diario di lavoro #1 Step (4° giorno)

Il quarto giorno alla Casa della Carità comincia con una doccia.
Le docce pubbliche sono uno dei servizi di accoglienza che gli allievi stanno esplorando. Qui le persone in emergenza abitativa trovano acqua calda, asciugamani, la possibilità di prendersi cura del proprio corpo. È facile immaginare che questo luogo sia una finestra aperta sulle situazioni di maggiore fragilità e marginalità del tessuto urbano.
Per capire meglio questo spazio, alcune allieve hanno seguito il percorso degli ospiti e hanno fatto una doccia. E il rumore dell'acqua calda che precipita sul marmo e risuona fra le pareti ha aperto nuove domande.
In quanto giovani artisti, di una condizione socioeconomica ben diversa dagli utenti del servizio, stiamo studiando un contesto o stiamo praticando una forma di "turismo"? Come possiamo raccontare un frammento di realtà senza tradirlo, senza appropriarci di storie e sensazioni non nostre? Nei corridoi intrisi di vapore acqueo il senso politico della nostra presenza qui si palesa in tutte le sue implicazioni. Non si tratta di raccontare qualcosa, si tratta di fare esperienza del reale e di provare a restituire ad altri questa esperienza. E questo processo ci impone di non negare noi stessi e di assumerci tutta la responsabilità di ciò che creiamo.

Diario di lavoro #1 Step (5° giorno)

Il quinto giorno è l'ultimo di questa prima immersione nella Casa.
Non si tratta di un addio. In questi giorni sono state gettate le fondamenta di un incontro possibile. Come per ogni relazione, il rapporto con queste pareti, queste voci, questi racconti andrà coltivato con cura nei mesi a venire, fino al momento della restituzione finale.
C'è stata un'altra uscita, presso la comunità mamme con bambino La Tillanzia.
Sono stati intervistati i cuochi che ogni giorno si occupano della mensa e gli operatori che gestiscono il guardaroba e la richiesta di vestiti.
Gli allievi hanno partecipato al laboratorio teatrale dedicato agli anziani.
Sono stati intervistati il consulente scientifico del progetto, dott. Lorenzo Mosca, e Don Paolo Selmi, Presidente della Casa della Carità.
La giornata si è conclusa con un momento interno di laboratorio teatrale, per restituire le parole più importanti che queste giornate hanno inciso nella memoria.

Una prima traccia da seguire per battere il sentiero che porterà la Casa in scena.