Note di regia
I am a man upon the land, / I am a silkie in the sea, / And when I’m
far from every strand / My dwelling it’s in Sule Skerry.
da The Grey Silkie of Sule Skerry, ballata delle Isole Orcadi (Scozia)
Le storie sono memoria. Memoria collettiva di un popolo, di una cultura, di una famiglia. Memoria individuale di un singolo essere umano, della sua infanzia, del suo retaggio. Le storie possono essere strumenti: strumenti per tramandare, insegnare; strumenti per affascinare, coinvolgere, infiammare; strumenti per lenire il dolore e strumenti per infliggerne. A volte le storie sono una maledizione: ti si attaccano addosso e non c’è modo di liberartene.
Breaker (“onda che s’infrange sulla costa”, ma anche “colui che rompe”) racconta uno scontro di mondi: continente e isola, terra e mare, realtà e leggenda; uno scontro, spesso brutale, che avviene fra cataste di banchi e sedie, fruscii di teli di plastica e acre puzzo di vernice. Uno scontro, avvolto dalla crescente oscurità, che vede protagonisti due piccoli esseri umani: all’apparenza incrollabili, portano sulle spalle il peso, insostenibile, di vite altrui ormai spente. Nella nera aula in ristrutturazione, sono le loro storie a parlare; ad ascoltarle, i fantasmi di chi non c’è più.
Massimo Marani
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Crediti
testo | Salka Guðmundsdóttir
con | Salvatore Alfano, Chiara Verzola
regia | Massimo Marani
tutor | Sofia Pelczer
light design | Giulia Pastore
sound design | Hubert Westkemper
costumi | Claudia Botta
luci | Paolo Latini, Simona Ornaghi
scene | Alice Capoani e Mattia Franco
consulenza costumi | Nunzia Lazzaro
L'autrice
Salka Guðmundsdóttir (islandese, classe 1981) è scrittrice e traduttrice. Autrice teatrale mai rappresentata in Italia, vive e lavora tra Islanda e Scozia. Súldarsker (2011),suo primo testo teatrale, viene acclamato da pubblico e critica al punto da ricevere una nomination agli Icelandic Theatre Awards. Breaker (2013) nasce dalla collaborazione con il regista scozzese Graeme Maley. Lo spettacolo debutta all’Adelaide Fringe in Australia, dove ottiene il Weekly Fringe Award; di ritorno in Scozia, merita il prestigioso Underbelly Edinburgh Award e viene inserito nella programmazione dell’Edinburgh Fringe.