Crediti dello spettacolo
Testo | Marco Di Stefano
Regia | Giorgia Azzellini
Tutor | Alberto Cavecchi
Interpreti | Chiara Maggio e Paulette Rufin
Light design | Fabrizio Visconti
Sound design | Hubert Westkemper
Luci | Paolo Latini, Simona Ornaghi
Scene e attrezzeria | Alice Capoani, Mattia Franco, Aurora Gallo
Costumi | Nunzia Lazzaro, Fabiola Soldano
Un ringraziamento speciale per aver prestato le loro voci a Dario Azzellini, Massimo Azzellini, Clémence Jourdan Delmonte, Giulia Mantovani, Sara Mino, Maria Rosa Mammoliti, Mirko Lanfredini, Noemi Schiavone, Gabriele Simone, Alessandro Spinelli, Maria Rosa Potenza, Leonardo Teruzzi, Pietro Vuolo, Vittorio Zampino.
E grazie a Giacomo Diegoli, Pasquale Renella
Ingresso gratuito - prenotazione obbligatoria
Info e prenotazioni
mail r.paparella@fondazionemilano.eu
indicando nome e cognome - data scelta.
Si accettano prenotazioni per un massimo di due ingressi a nominativo
Nota di regia - Giorgia Azzellini
Lo spettacolo indaga fino a che punto una persona è disposta a spingersi per ottenere ciò che desidera, in un contesto sociale estremo.
In un mondo dove l’apparenza domina e il denaro detta le regole, la scena si apre in una boutique di carni: un luogo raffinato quanto disturbante, in cui eleganza e orrore si fondono in un’estetica seducente e brutale.
Qui, l’identità diventa merce di scambio e l’ascesa sociale si conquista al prezzo più alto: sé stessi.
Una riflessione cruda e viscerale su una società che divora chiunque osi desiderare qualcosa di diverso dalla ricchezza.
I personaggi, estremizzati nelle loro aspirazioni, prendono vita in una recitazione situativa che alterna momenti ironici e surreali. Le loro trasformazioni, sia emotive che fisiche, vengono enfatizzate dal continuo mutare dell’abbigliamento, simbolo tangibile del loro percorso interiore e sociale. La metamorfosi non è solo esteriore, ma rappresenta un sacrificio profondo, dove i protagonisti rinunciano progressivamente alla loro essenza per adattarsi a una società che premia chi abbandona le proprie "debolezze" e aspira alla ricchezza.
La boutique di carni diventa un microcosmo del consumismo estremo, dove l’umano è ridotto a merce e l’idea di femminilità e identità viene sacrificata in nome del conformismo sociale. Il luogo, cupo ed elegante, è dominato dai toni del bianco e del nero, colori che simboleggiano il contrasto tra la purezza apparente e l’oscurità interiore che caratterizza i protagonisti e la società in cui vivono. Ogni intermezzo trasforma lo spazio scenico, creando un’atmosfera surreale e inquietante, che evolve grazie alle luci, che partono da toni neutri e sfociano in colori innaturali, a simboleggiare il progressivo distacco dalla realtà.
Il rumore bianco di una cella frigorifera, presente come sottofondo durante gli intermezzi, diventa l’emblema di una modernità disumanizzata e crudele. Su questo rumore si sovrappongono registrazioni di articoli reali sulla compravendita di organi, accentuando il tema di sfruttamento e de-umanizzazione che permea la società rappresentata. Ogni elemento scenografico, luminoso e sonoro contribuirà a intensificare la sensazione di disagio e violenza, mettendo in scena il ribaltamento dei ruoli di carnefice e vittima di questa società.
Incontro con Marco Di Stefano
venerdì 9 maggio ore 18:15
in occasione del debutto di Mattatoio, subito dopo lo spettacolo delle ore 17:00, Marco Di Stefano si fermerà con noi per un breve incontro con la compagnia e il pubblico, invitato a fermarsi in sala dopo gli applausi.
Grazie
L'autore
Marco Di Stefano è un drammaturgo italiano le cui opere si caratterizzano per un linguaggio audace e provocatorio, in grado di sondare le profondità della psiche umana e le contraddizioni della società contemporanea. La sua scrittura è una fusione di realismo e surrealismo, capace di restituire la complessità e la violenza dei temi che affronta, spingendo spesso il pubblico a riflettere su temi come il potere, l'identità, la disumanizzazione e la condizione umana.
Utilizza la forma teatrale come strumento per esplorare le tensioni e le fratture della società. La sua scrittura, sebbene ancorata alla realtà sociale, si sviluppa in un linguaggio che mescola toni surreali e ironici mettendo in scena universi interiori in conflitto e difficoltà esistenziali.
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