Installazione Tecnologica Performativa
Finestre sull’immaginario, alla quinta edizione, si presenta quest’anno in un format ancora diverso: i giovani registi si rapporteranno all’installazione tecnologica performativa. Il progetto fin dalla sua origine è dedicato alla drammaturgia d’immagine il cui scopo didattico è quello di far sviluppare ad ogni allievo/a regista un’opera artistica originale, basata su un materiale di propria scelta e giustificata da una forte motivazione personale. Un’esplorazione dell’immaginario individuale di ogni artista. Agli allievi viene richiesto di generare un’idea e di esprimerla avvalendosi dell'uso della pluralità di linguaggi espressivi.
Il focus del laboratorio di questa edizione è, l’installazione tecnologica performativa: è stato richiesto di creare un progetto installativo breve che metta in gioco le conoscenze tecnologiche acquisite dagli allievi nell’ambito della video proiezione (creazione di contenuti e tecniche di video mapping) e dell’elaborazione del suono (creazione di contenuti, spazializzazione e sistemi di diffusione con cuffie wireless) e inserendo contenuti digitali ottenuti grazie al proprio intervento personale oppure all’intervento di colleghi attori o danzatori. In un momento storico in cui il teatro deve necessariamente uscire dagli spazi tradizionali e trovare il proprio spazio in luoghi differenti e in luoghi open air, le installazioni di questa edizione di Finestre sull’immaginario avranno carattere site specific: si svolgeranno negli spazi della Scuola Paolo Grassi, interni ed esterni.
Verranno quindi presentati cinque studi per installazioni e performance tecnologiche, di cui 4 degli allievi registi del 3° anno e il quarto di Chiara Virgilio, tirocinante che ha seguito tutto il percorso didattico.
Manuel Renga
Crediti generali
Un progetto didattico ideato da Tatiana Olear
Curato da Manuel Renga (tutor progettazione e regia) e Fabio Brusadin (tutor tecnico)
Allievi registi Athos Mion, Alessandro Paschitto, Giulia Sangiorgio, Emily Tartamelli, Chiara Virgilio (tirocinante)
Elementi scenici e allestimenti Alice Capoani e Mattia Franco
Luci Simona Ornaghi e Paolo Latini
Elementi di costume Nunzia Lazzaro
Produzione Civica Scuola Paolo Grassi
REWIND di Giulia Sangiorgio
Studio per una performance di Giulia Sangiorgio
In audio e in video Federica Ciminiello
Con la partecipazione di Athos Mion, Alessandro Paschitto, Emily Tartamelli
Un ringraziamento a Mimmo Sorrentino
Rewind è una performance itinerante nei luoghi della scuola che utilizza la tecnologia delle cuffie wireless per condurre il pubblico in una riflessione sul tempo.
Come sarebbe il mondo se tutto fosse reversibile? Se potessimo riavvolgere il tempo e far ricominciare da capo ciò che è accaduto? Magari modificarne l’esito.
Evitare gli errori, ingannare la morte. Nessuna destinazione finale davanti. Solo una sconfinata distesa di possibile. Ma il tempo, nel mondo reale, è una freccia che corre in avanti. Cosa resta, dunque, a cui poterci aggrappare?
MONOSSIDO DI DIIDROGENO di Emily Tartamelli
Studio per un’installazione di Emily Tartamelli
testo di Hans Christian Andersen
Con (presenza in video della classe di danzatori) Rafael Candela, Caterina Cescotti, Manuela Colacicco, Federica D’Aversa, Martina Di Prato, Isabella Moretti, Lautaro Muñoz
Monossido di diidrogeno - il popolo ha sete, date loro prosecco è un’installazione localizzata del giardino della scuola che analizza il tema dell’acqua, partendo da una fiaba di Andersen e dalla sua composizione chimica per arrivare al plusvalore contemporaneo su tale bene.
QUESITO: se il pianeta è ricoperto per il 70% da acqua e l’uomo ne è composto per il 60% e, del resto, piove letteralmente dal cielo, quanto costa bere un bicchiere d’acqua?
PROCESSO ANALITICO: considerate le cinque caratteristiche principali dell’acqua (calore specifico, capillarità, aumento del volume, potere solubile e tensione superficiale) applicarle alle attuali dinamiche sociali e portarle alle estreme conseguenze.
RISULTATO: L’acqua è stata quotata in borsa.
DARK ROOM di Athos Mion
Studio per una performance di e con Athos Mion
Collaborazione alla realizzazione dei video di Giulia Cermelli e Silvia Guerrieri
il lavoro contiene materiale pornografico che potrebbe offendere la sensibilità personale, di conseguenza è adatto solo ad un pubblico adulto.
Dark room - alcuni minuti di Sodoma è una performance che vuole indagare il nostro rapporto con il porno, dalle esperienze più ludiche alle più drammatiche conseguenze.
Questa performance vuole interrogare la rete di implicazioni che la narrazione pornografica esercita sullo sguardo con cui guardiamo il mondo. Il porno non è un fenomeno secondario relegato all’autoerotismo, questo lo dimostra la massiccia fruizione di siti pornografici, l’attuale dibattito sul revenge porn, l’incremento di sex tape e molti altri fenomeni.
Lo spazio scenico diventa una camera oscura dove il pubblico assiste allo sviluppo delle fotografie erotiche del performer mentre guarda le sue perversioni sadomasochiste.
Il lavoro diventa un cineforum di falli e genitali, oscenità e volgarità, fantasie erotiche e articoli di giornali, clip musical e opere d’arte.
Tutto questo per stimolare e poi sodomizzare l’occhio dello spettatore, perché serve un po’ di dolore per arrivare ad un piacere maggiore.
In conclusione ecco a di là del bene e del male quindici minuti di genitali per un mondo migliore.
KATHARSIS di Alessandro Paschitto
Studio per una installazione di Alessandro Paschitto
Con la partecipazione di Simone Roberto Ruvolo
Katharsis - una performance immersiva è un’installazione audio-video collocata in maniera site specific nei bagni della scuola. La pandemia ha generato una bulimia di contenuti, interventi, opinioni, pensieri. Il filosofo Zizek propone un modo di ripensare tutto questo.
"Katharsis - Una performance immersiva" riflette sul feticismo mortifero dell’immagine digitale, sul tema della sua manipolazione e diffusione epidemica con particolare riferimento al contesto dei lockdown nazionali avvenuti in Italia nel corso della pandemia da Covid-19. Articolata in tre momenti, ciascuno corrispondente a uno specifico gabinetto, essa farà passare lo spettatore attraverso la bulimia dell’immagine, la stitichezza di un pensiero-fuga e infine la realizzazione consapevole dei meccanismi ideologici e psicoanalitici che sotterraneamente veicolano il nostro vissuto quotidiano.
METROPOLITANA AD ALTO FUNZIONAMENTO di Chiara Virgilio
Studio per una performance di Chiara Virgilio
Testi di Tina Robol (in arte "Anita")
Performer in scena Eleonora Mina
Voci registrate Emily Tartamelli, Alessandro Paschitto, Giulia Sangiorgio
Metropolitana ad Alto Funzionamento è un’installazione multisensoriale interattiva che simula l’esperienza di un viaggio in metropolitana per una persona autistica tramite un’alterazione e over-stimolazione dei sensi del pubblico. Attraverso l’uso di diverse tecnologie che includono un’esperienza aumentata ed immersiva di ascolto di voci e musica (terzo Concerto per Pianoforte e Orchestra, Op. 30 di Rachmaninov), proiezioni con video mapping, e la performance live che prevede un monologo sulla sensorialità scritto da un'autrice autistica, l’installazione si pone come obiettivo di far sperimentare un diverso punto di vista sulla quotidianità e combattere con l'arte la "paura del diverso".