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La dizione dell'italiano standard

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La dizione dell'italiano standard

La dizione dell'italiano standard

Metodologia di acquisizione dell'italiano standard opposta a manierismi, controllo esterno e preoccupazione dell'errore

Viaggio nell'italiano stardard attraverso una metodologia per acquisirlo opposta a manierismi, controllo esterno e preoccupazione dell'errore. Più esattamente, il laboratorio propone tipologie di esercizi perché lo standard diventi un piacevole oggetto da utilizzare e non il sovvertimento artificioso della propria lingua naturale.

a cura di Giorgina Cantalini

date: 20 marzo - 24 aprile 2018

125 €

Prerequisiti per l'ammissione al modulo: aperto a quanti interessati a lavorare sul proprio italiano standard, sia totalmente digiuni di regole, sia professionisti della parola che vogliano sperimentare una metodologia linguisticamente basata che faccia fluire l'articolazione invece che 'controllarla'. Sono benvenuti insegnanti e formatori interessati a didattiche per il miglioramento della pronuncia dell'italiano (purchè disposti a sperimentarle in prima persona).

L'ammissione al corso avviene tramite selezione sulla base di CV, lettera motivazionale e ordine d'arrivo delle domande.
Scadenza iscrizione ammissione:
30 gennaio 2018.
Per iscriversi al colloquio d'ammissione è necessario seguire la procedura a partire dal link a destra nella corrente pagina, allegando il proprio CV in formato PDF (dove vi sia la propria foto in formato foto tessera accanto al nome). L'iscrizione al colloquio d'ammissione è gratuita

Le selezioni avverranno sulla base della documentazione presentata

Il laboratorio di dizione che si propone quest'anno nasce a grande richiesta e dopo il lunghiero interesse suscitato dal suo 'assaggio' nel corso di Voce e Dizione tenuto l'anno scorso all'interno dei Serali e Open class.

Premesse e ragioni della didattica che si propone
Che la dizione sia il cruccio di molti italiani adulti per ragioni professionali o anche solo per intime motivazioni psicologiche e il desiderio di non essere più giudicati per 'come si parla' è sicuramente un dato di fatto, ma è altresì vero che lo standard italiano non è l'esito di un'elaborazione orale della lingua forgiata dal suo uso nei secoli, ma una convenzione, per altro mutuata dal codice scritto, calata dall'alto e mai veramente integrata nell'utilizzo quotidiano dell'italiano.

E' quindi oggettivamente innaturale parlare 'con la dizione a posto', oltre che in molti casi antitetico alla struttura orale della varietà regionale di partenza. Il nostro orecchio quindi non sente e non fa sue variazioni di apertura di vocale o differenze di tratti consonantici perchè nella sua varietà madre non esistono in quel modo e i movimenti del suo apparato articolatorio non sanno selezionarli. Per farle nostre dobbiamo spesso fare sforzi di adattamento che vanno a scapito della rilassatezza dei lineamenti del viso (un problema per la macchina da presa), del timbro della voce (l'ipercorrettismo spesso toglie frequenze ai foni emessi) e del flusso verbale organicamente coordinato con il respiro e il pensiero (con esiti pessimi nell'uso della voce o nell'efficacia comunicativa). La dizione a posto dovrebbe invece essere come una lingua in più che si sa, si sa bene, si utilizzi senza inibizioni, ma che non 'castri' quell'altra che invece già sappiamo, che parliamo da piccoli e che contiene risonanze sonore autentiche e radicate nel nostro intimo che sarebbe un peccato perdere.

Al tempo stesso è a volte proprio il nostro parlare quotidiano a 'restringerci' sonoramente, a renderci difficoltoso fluire e lo standard può costituire allora l'occasione per imparare una lingua senza freni la cui articolazione ci aiuti a far sposare in pieno la pienezza delle nostre immagini e dei nostri con le parole che diciamo.

Infine ci sono i professionisti della scena che sanno bene che quando recitano davvero con tutto se stessi un testo dato, perdono le regole apprese e vengono sopraffatti dalle proprie antiche abitudini verbali: fare attenzione toglie convinzione, la convinzione toglie l'attenzione. Per quanto ci si sia esercitati c'è bisogno di un tipo di studio che faccia assimilare la regola senza imporre alcun limite alla forza interpretativa.

Obbiettivi e metodologia
Per evitare quanto sopra e favorire un apprendimento che renda 'naturale' da una parte e vantaggioso comunicativamente dall'altra l'uso dell'italiano standard, Il lavoro proposto offre un allenamento al suo uso che non passa per l'orecchio (che inibisce e ferma il flusso verbale), ma per l'uso del corpo e quello della vista (che permettono al flusso di scorrere con più libertà e forza). In particolare con 'uso della vista' si intendono esercizi che soprenderanno per il punto di vista applicativo che proporranno, mentre con 'uso del corpo' intendiamo i movimenti relativi alla co-articolazione che verranno fatti eseguire.
In generale il tipo di lavoro non è mai sul singolo fonema, bensì applicato a partire dalla sillaba ed esteso ai sintagmi e alle untià superiori.

Topic

  • sillaba
  • consonantismo
  • raddoppiamento sintattico
  • vocalismo
  • struttura dell'informazione

N.B. Benché relativo alla sola lettura ad alta voce si segnalano per approfondimenti sull'impostazione didattica (non ovviamente sui contenuti) la metodologia Leggere con il corpo di Giorgina Cantalini (si veda la scheda di un'edizione di un suo laboratorio presso la Scuola Paolo Grassi) e il suo libro dallo stesso titolo: Leggere con il corpo.

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