Crediti
Tutor dei registi Manuel Renga
Tutor dei danzatori Ariella Vidach
Tutor apparati tecnologici Fabio Brusadin
Registi 3° anno Matteo Finamore, Giorgio Pesenti, Alice Sinigaglia, Riccardo Vanetta
Danzatori 3° anno Gaia Arnese, Marta Bonera, Michele Ermini, Celeste Fameli Mathieu, Elena Fontana, Eleonora Gambini, Alessandra Indolfi, Roberta Indolfi, Alessia Lombardi, Ludovica Manco, Giuliana Martinez, Federico Pedriali, Valeria Petroni, Julia Rydzyk, Gaia Stacchini, Giuseppe Zagaria
Scene Mattia Franco e Alice Capoani
Costumi Nunzia Lazzaro
Luci Paolo Latini e Simona Ornaghi
Come approcciarsi alla creazione di un lavoro performativo?
Dopo la parentesi tecnologica che ha caratterizzato il progetto negli ultimi due anni a causa del perdurare della situazione pandemica, Finestre sull'immaginario torna alla sua originale forma, che coinvolge allievi registi, allievi danzatori e tecnologie per il teatro.
Il progetto, come indica il titolo stesso, è pensato per offrire un occasione di affondo nel proprio immaginario, dando ai registi la possibilità di lavorare anche sulle proprie capacità autorali. Come approcciarsi alla creazione di un lavoro performativo? Come procedere con ideazione, progettazione e realizzazione?
Queste sono le domande a cui questo seminario intenso prova a rispondere, offrendo agli allievi uno spazio di sperimentazione libero, un luogo in cui far convogliare le energie di registi e danzatori, mettendo loro a disposizione il tutoraggio dei docenti della scuola e l'appoggio tecnico necessario.
Le performances create afferiscono al mondo del teatro d'immagine e della performance tecnologica. Non vi sono vincoli legati a spazi o tematiche: gli studi riguardano performance spesso site specific, stanziali e itineranti con la presenza live dei danzatori.
Il materiale di partenza deciso dal gruppo di lavoro è l'Orlando Furioso di Ariosto, matrice letteraria che offre numerosi spunti di lavoro: le tematiche, i filoni narrativi, i personaggi diventano espedienti per analizzare la contemporaneità, ponti tra il passato e il presente.
Ecco nel dettaglio i 4 progetti.
Ingresso e prenotazioni
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria_ per prenotare scrivere una mail a r.paparella@fondazionemilano.eu
La distribuzione del pubblico sarà effettuata su 3 turni: ore 18:00 - ore 18:45 - ore 19:30 a discrezione della segreteria o su indicazione del prenotante in base alle disponibilità. Si prega di arrivare entro le 17:45
L'ultima performance è comune a tutti i partecipanti e si svolge per tutti alle 20:15
SCHEGGE
Progetto e regia di Giorgio Pesenti
Con Valeria Petroni
Aula 2 - h 18.00 - 18.45 - 19.30
Cosa succede quando un uomo si trova ad affrontare nella solitudine le forze oscure che agitano il suo animo?
L’Orlando dell’Ariosto è solo. Per tre giorni è a confronto con i suoi demoni e con le sue illusioni. Il quarto erompe la rabbia distruttrice, la follia.
Schegge è una performance che si interroga su istanti esplosi, su stati che ogni uomo, come Orlando, vive nella fragilità della solitudine. È il confronto tra il finito e l’infinito. Al centro di un cerchio in gesso, una danzatrice dà sfogo ai moti del suo animo mentre, in un altro cerchio, sono evocati i suoi desideri. In questi attimi di ricerca interiore, sono le intense e taglienti note di György Kurtág ad entrare in intimo dialogo con alcuni versi dell’Orlando Furioso che, come le voci interiori di Robert Schumann, si fanno musica.
CIRCUMSPICE
Progetto e regia di Riccardo Vanetta
Con Giuseppe Zagaria, Gaia Stacchini, Federico Pedriali, Ludovica Manco, Marta Bonera.
Palestra - h. 18.00 - 18.45 - 19.30
“Tutti cercando il van, e così stanno,
che non si san partir di quella gabbia;
e vi son molti, a questo inganno presi,
stati le settimane intiere e i mesi”.
Il castello di Atlante: un palazzo che sa ammaliare qualunque eroe e cavaliere che li vicino passi, attirandolo con le immagini dei loro oggetti del desiderio. E una volta entrati nella gabbia dorata è difficile, se non impossibile uscirne.
Che aspetto ha il castello di Atlante, oggi? Non è forse tanto, troppo simile a quel castello di inganni, finzioni e desideri che tutti noi abbiamo in tasca o nello zaino, dentro agli smartphone e ai computer portatili?
Da questa domande e riflessioni parte la ricerca di Circumspice. Una performance multimediale che mette in luce i meccanismi di adescamento e di “engagement” di internet e dei social media attraverso la creazione di una stanza che ibrida il castello di Atlante ariostesco e il castello di Atlante contemporaneo.
EUTANASIA ovvero la buona morte del mondo
Progetto e regia di Alice Sinigaglia
Con Alessandra Indolfi, Roberta Indolfi, Eleonora Gambini, Michele Ermini
Aula 9 - h. 18.00 - 18.45 - 19.30
La performance parte dal canto settimo dell'Orlando Furioso e si prefigge l'obbiettivo di studiare la figura della Maga Alcina. Personaggio di passaggio nel poema dell'Ariosto, Alcina è in realtà protagonista di innumerevoli manifestazioni di ogni genere: opere liriche, quadri, saggi critici, persino mazzi di carte.
Il fascino di questa figura mitologica è equiparabile a quello esercitato da altre donne a cui poeti, scrittori, pittori e musicisti hanno dedicato parte della loro arte: Circe, Didone, Medea, Morgana, tutte depositarie di grandi poteri naturali.
Studiare le somiglianze fra queste donne vuol dire interfacciarsi con dei nodi oscuri della nostra mitologia che parlano del rapporto spesso problematico fra un potere animale e femminile molto più grande dell'umano e il tentativo di questo di sopraffarlo tramite la ragione.
Alcina è una manifestazione della natura, nella sua versione più affascinante e più terribile. La maga infatti fa dell'uomo ciò che vuole e agisce secondo regole sue, che rispondono ad un istinto volubile, capriccioso e incontrollabile.
Alcina è inoltre “madre” della sua terra, come madre è Clitennestra e madri sono le Erinni, Ecuba, le Moire, le Gorgoni, Gea e tutta una costellazione infinita di figure che sono ammantate dalle tenebre perché scritte da uomini che forse proprio non capendole hanno saputo renderle meravigliosamente inspiegabili.
Lo scopo della performance è tentare di mettere sulla scena quest' inspiegabile natura selvaggia delle cose e domandarsi cosa succede quando si tenta di addomesticarla.
Infine, lo slittamento semantico insito nel titolo parte dall'idea che, forse, esistono cure che non riescono a curare e piuttosto hanno il risultato di snaturare energie che se trattenute finiscono per assopirsi.
ASTOLFO 11
Progetto e regia di Matteo Finamore
Con Gaia Arnese, Celeste Fameli, Elena Fontana, Federico Pedriali, Giuliana Martinez, Julia Rydzyk, Alessia Lombardi.
Itinerante negli spazi della scuola - h 20.15
Anno 2022. Si torna sulla luna. La nuova missione per il recupero del senno di Orlando ha ufficialmente inizio. Una guida robotica e ultraterrena accompagnerà gli spettatori-viaggiatori muniti di cuffia attraverso il viaggio sul nostro amato satellite. I performer attraverso il linguaggio del corpo e della danza daranno vita agli esseri e alle ossessioni che lo abitano perché la luna che si troverà davanti il pubblico, così come quella descritta dall'Ariosto, non è una landa desolata bensì un luogo denso di oggetti perduti, di aspirazioni fallite e di menti ormai folli.
Ma chi è il vero pazzo? Qual è la natura profonda di questa missione? Chi si sente realmente al di sopra delle ossessioni della propria mente?